Le domande che i pazienti rivolgono al dentista sono numerose; da come pulire correttamente i denti fino a come comportarsi prima e dopo un trattamento o un intervento odontoiatrico. In questa occasione rispondiamo alle domande più frequenti relative agli impianti e protesi dentali.
– Si possono costruire corone dentali senza metallo?
Sì! Negli ultimi anni i materiali ceramici hanno avuto importanti sviluppi.
Recentemente sono state introdotte ceramiche d’ultima generazione che possono essere utilizzate sia per il rivestimento di denti singoli che per la realizzazione di ponti su denti naturali o su impianti osteointegrati.
Corone in ceramica integrale: sono costituite interamente in ceramica senza alcuna parte di metallo. Fino a qualche anno fa potevano essere utilizzate solo in alcuni casi selezionati a causa della loro ridotta resistenza ai carichi masticatori ma oggi, hanno ormai sostituito quelle in oro-ceramica.
Queste corone hanno un aspetto più naturale rispetto alle corone tradizionali in oro-ceramica ed il loro comportamento nel cavo orale è neutro in quanto non c’è rilascio di ioni metallici.
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È possibile inserire l’impianto subito dopo l’estrazione?
Sì, in generale l’impianto post-estrattivo è possibile e comporta notevoli vantaggi per il paziente poiché riduce sia il numero delle sedute che i tempi di trattamento.
Le condizioni che rendono possibile questa scelta sono legate alla tipologia del dente che viene estratto; alle condizioni dell’alveolo post-estrattivo (sito osseo nel quale sono contenuti i denti) ed a situazioni connesse alla quantità ed alla qualità dell’osso alveolare.
In particolare è necessario che l’alveolo sia privo di condizioni patologiche come infezioni, deiscenze ossee o altre anomalie che complicano il processo di osteointegrazione.
Inoltre la presenza di alveoli molto ampi (come per i molari) o esiti di infezioni pregresse possono controindicare il posizionamento di un impianto immediatamente dopo l’estrazione, poiché aumentano il rischio di insuccesso.
Occorre sottolineare che la possibilità di eseguire un impianto post-estrattivo deve essere effettuata caso per caso valutando i rischi ed i benefici e scegliendo la modalità che assicura le migliori possibilità di successo.
È possibile posizionare l’impianto e la protesi nella stessa seduta?
Nel caso di sostituzione di un singolo dente o di pochi elementi, esistono situazioni cliniche che presentano le condizioni ideali per utilizzare come ancoraggi gli impianti applicando immediatamente una corona o un ponte provvisoria e differendo l’applicazione della protesi definitiva dopo tre mesi.
Quando invece siano da sostituire tutti i denti di una arcata è possibile inserire un numero adeguato di impianti (da 4 a 8 impianti per arcata) e nel giro di 24 ore posizionare la protesi fissa sugli impianti. In questo caso è necessario utilizzare una dieta morbida per almeno 4 settimane al fine di favorire l’integrazione impiantare.
Ovviamente ogni caso è unico e deve essere valutato accuratamente per definire le indicazioni o le controindicazioni a questo tipo di trattamento.
Cosa fare quando non c’è osso sufficiente per inserire gli impianti?
La mancanza di osso conseguente ad estrazioni dentarie traumatiche; per effetto della perdita di denti causata dalla malattia parodontale o per il riassorbimento osseo dovuto a protesi mobili incongrue è spesso superabile ed oggi i casi in cui non sia possibile inserire un impianto sono sempre più rari.
Nei casi in cui i difetti ossei siano talmente estesi da impedire il posizionamento degli impianti, si possono adottare procedure rigenerative per aumentare il volume osseo scegliendo le tecniche chirurgiche a seconda del tipo di difetto anatomico.
È importante ricordare che le soluzioni che possono essere adottate sono molteplici e dipendono dalla situazione clinica particolare di ogni paziente.
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Cosa sono gli impianti?
Un impianto dentale è una piccola vite in titanio progettata per sostituire la radice di un dente naturale mancante.
Gli impianti inseriti nell’osso si integrano con questo diventando un ancoraggio per il dente artificiale (corona).
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Come posso sapere se sono un candidato per gli impianti?
È necessario consultare un odontoiatra esperto in implantologia che dopo un esame clinico, associato ad esami radiografici tridimensionali come la TAC che da informazioni sullo stato delle ossa mascellari, potrà formulare il corretto piano di trattamento.
In generale pazienti parzialmente o totalmente edentuli, ma in buone condizioni fisiche generali, sono buoni candidati per una riabilitazione protesica ancorata ad impianti osteointegrati.
Chi non può usufruire degli impianti dentali?
In generale, i fattori che controindicano questo trattamento sono malattie sistemiche come il diabete scompensato; malattie cardiovascolari importanti; malattie del sangue e della coagulazione; osteoporosi grave; fumo eccessivo (più di cinque sigarette al dì).
In particolare il fumo è in grado di raddoppiare il numero dei fallimenti implantari.
Inoltre pazienti con una scarsa predisposizione all’igiene orale domiciliare o poco motivati non sono considerati buoni candidati a questa forma di riabilitazione orale.
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Che successo hanno e quanto durano gli impianti?
Diversi studi con controlli di oltre 20 anni, effettuati negli Stati Uniti e L’Europa, dimostrano che gli impianti sono una terapia molto affidabile avendo un successo compreso tra l’85 ed il 95%.
Un dato significativo confronto ad altre terapie mediche od odontoiatriche.
Perché gli impianti dentali possono fallire?
Nonostante l’alta percentuale di successo sussistono dei fallimenti in una piccola percentuale di casi a causa di variabili anatomiche o fisiologiche dei pazienti.
I fallimenti degli impianti sono divisi in due grandi categorie:
Fallimenti chirurgici (precoci): Possono essere causati da:
Un eccessivo trauma chirurgico; un’infezione precoce del sito implantare; la presenza di condizioni anatomiche sfavorevoli (scarsa qualità e quantità di osso); malattie sistemiche (Diabete non controllato) o da stili di vita del paziente come il fumo di sigaretta, il consumo di alcool o di droghe.
Fallimenti tardivi. Possono essere causati da:
Sovraccarico occlusale (ovvero contatti traumatici fra le due arcate dentarie, bruxismo o serramento); sviluppo di infezioni croniche simili alla parodontopatia dette peri-implantiti; inadeguato mantenimento igienico da parte del paziente e/o condizioni anatomiche sfavorevoli come scarsa qualità delle ossa alveolari.
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Come vengono inseriti e restaurati gli impianti?
Nella terapia implanto-protesica sono distinguibili tre diverse fasi:
- Chirurgica, consiste nella inserzione degli impianti stessi all’interno delle ossa mascellari.
- Biologica di osteointegrazione: è il periodo di guarigione di circa 3 mesi che segue la fase chirurgica.
- Protesica: Una volta ottenuta l’osteointegrazione e guarita la gengiva intorno all’impianto, il protesista può prendere impronte ed utilizzare gli impianti per ancorare i dispositivi protesici indicati per quel tipo di paziente.
È meglio recuperare i denti naturali o estrarli e sostituirli con un impianto?
In odontoiatria è doveroso conservare e recuperare i denti naturali fino al punto in cui le terapie che servono per mantenerli non diventino troppo indaginose e/o poco affidabili.
La sostituzione dei denti naturali con impianti è giustificata solo quando non si ha un’altra alternativa che garantisca nel tempo la salute e l’estetica dentale del paziente.
Anche se è il dentista a realizzare la valutazione iniziale, la diagnosi ed il piano di trattamento che guideranno il paziente è quest’ultimo che dovrà scegliere la soluzione a lui più congeniale.
Per permettere la corretta scelta della terapia il dentista dovrà fornire al paziente un quadro completo delle possibili alternative.